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venerdì 16 marzo 2007 |
Per un percorso nuovo Di Luciano Lorenzetti E’ interessante vedere a confronto due ambiti creativi differenti, ma con elementi di partenza comuni: lo spazio, la figura, l’emotività compressa e arginata. Le opere messe di fronte - nell’esposizione di arte figurativa del “III Festival dei calabresi a Parma” - ci parlano e ci comunicano una densità di intenzioni. L’indagine di un “dentro”, riportato fuori attraverso elementi di natura, si condensa in Agostino Russo con diverse sfumature espressive: a tratti si libera in un fluire di semplici immagini, come tante tessere di realtà rielaborate; talvolta si spinge fino a sondare elementi inconsci di sogno, rielaborando ricordi di vita come in collage fotografico. Ecco che gli interventi cromatici diventano detonatori di emozioni presenti nel vissuto, quasi generatori di una nuova dimensione. Interventi più scientifici puntano invece a “catalogare” le emozioni, condensando nello zodiaco un complesso lavoro cromo-tecnico. Attrazione, rigidità tassonomica, analisi della dimensione umana e necessità di giustapporla con intime tonalità emotive fluttuano nel vortice di molte grafie: riecheggiano così le contaminazioni, dalle radici dell’espressionismo Fauve alla necessità di un’arte “originaria” del Rousseau di Barbizon, finalmente fluidificate dagli stimoli visivi della contemporaneità. Ma ancora, nelle fellinianiane o zavattiniane fiamme, ritroviamo vortici gialli che riportano subito a quel piccolo mondo interno: un semplice inizio di puzzle nel sistema complesso dell’ interiorità. Di diversa matrice l’opera di teresa Sulla; che parte dalla materia grezza e informe (ma non riferimenti facili a Burri che rifiuta la forma) quasi spinta fuori nele compressse tele incollate e materiche che nel percorso del viaggio che inizia quasi senza cromia attraverso un viaggio quasi per gradi; piccoli passi per la costruzione dell’immagine ma sempre a volerne dare quasi una immagine personale organizzata dalla semplice grafica quasi incisa tra il riaffiorare del colore stesso su materiale non trattato di supporto (legno tavola). Dove si va? Verso l’immagine ma anche verso una specie di percorso di standardizzazione quasi a voler essere matrice di una realtà nuova che passa attraverso il reciclaggio di stereotipi della cosietà moderna (è più vicino ready made o al dadaismo). Anche qui però però molti colori acrilici stridenti a ricordarci la base emotiva dell’arte che ci permette di sentire e vedere un doppio binario delle possibilità di operare:dentro o fuori di se stessi.
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Ultimo aggiornamento ( domenica 18 marzo 2007 )
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